sabato 11 maggio 2013

Dormi Amore.


Apertamente, ammetto che ho perso le vele e il diario di bordo.

Ridi Roma, ridi amore, dice il telegiornale, che la fine si avvicina, io mi invento un gran finale.


Dormi amore, perchè stasera non avrei niente di buono da raccontarti. La gente ha cominciato a morire di fame, la violenza ha fatto scalo e si sta avvicinando, i gay non sono veri uomini, le donne dovrebbero mettersi i jeans per non essere stuprate, un uomo non è nulla senza il suo lavoro.Fare un discorso di generazioni, a questo punto, non ha più senso. Non è più interessante, non è più nemmeno utile stabilire che la nostra è stata sconfitta, che quella dei nostri genitori ci ha restituito un mondo, un Paese, dilaniati, smembrati, rapinati, oltraggiati e tutti gli aggettivi negativi in "-ati" che mi vengono in mente.

Ciascuno cerca una scappatoia per come può, per come è capace, per come sa.

Ma tu te la ricordi la vita agra ai tempi del Bianciardi?
Voglio dire, il mito del benessere per tutti per come ce lo immaginiamo e per come ci ostiniamo ad inseguirlo, forse non c'è. Non esiste. Siamo figli di un potere operaio che ha reso grande questo Paese da dentro le fabbriche.
La borghesia di cui credevamo di far parte è stata solo una working class un po' ripulita e neanche troppo raffinata, abituata com'è ad ostentare le Hogan, il tablet, ad urlare al telefono al ristorante e a lasciare la suoneria accesa a messa. Siamo diventati un pochino più acculturati ma abbiamo deciso di dimenticare il congiuntivo, perché tanto non ci serve. Abbiamo conquistato un gusto estetico un po' più sviluppato, questo sì, adesso dal dentista riusciamo a non farci più mettere i denti d'oro e a casa, quando prepariamo da mangiare, chiudiamo la porta della cucina così i nostri giubbotti non puzzano di fritto.

Ma alla fine, restiamo sempre legati a quell'immaginario un po' ingenuo, un po' candido, un po' infelice della canzone "L'italiano", di Toto Cutugno.

Dormi amore, perché invidio la stabilità economica dei preti. Che non hanno preoccupazioni di affitto, di spese e di bollette, e il loro unico interesse dovrebbe essere quello di pregare.

Dormi amore, perché è inutile che stiamo svegli in due.
Vorrei dirti che faccio le valigie perché domani parto per il Cile, mi butto su un aereo e provo anche questa cosa di andare in un paese emergente, ché sembra che il modello di profitto occidentale sia esaurito e che da qualche parte ci sia ancora la possibilità di recuperare qualcosa. Soldi. Speranza. Dignità.
Vorrei dirti che vado via ma tanto non è così, e mi ritroverai domani nell'inquietudine dell'ultimo colloquio, nel nostro caffè con i biscotti e le nostre abitudini, nella persiana che è rotta ma ci fa tenerezza perchè è casa nostra, nelle due macchine parcheggiate male perché non c'era posto o perché non avevamo voglia di fare di meglio, dopo una giornata intera di lavoro, a quell'ora della sera, dopo tutto il traffico. Che a pensarci un po' di più, abbiamo due macchine ma guadagniamo veramente troppo poco per potercele permettere.

Le società commerciali per cui lavoriamo vorrebbero farci ancora credere che la responsabilità dei mancati fatturati, in fin dei conti, resta soltanto nostra. E allora dormi, amore, perchè non ne voglio più sapere e non li voglio né smentire, né assencondare, né mi ci voglio più confrontare.
Hanno bisogno anche loro di farcela, di incrementare, superare la crisi, giustificare gli investimenti, ma io voglio restare della mia idea, inizio a non sentirmela più di essere "ESTREMAMENTE PERFORMANTE". Non a quest'ora delle notte, almeno. Cazzo.

Dormi amore, perchè domani ti chiederò aiuto nella preoccupazione che non riusciamo a pagare l'affitto, che dovevamo imbiancare, che volevamo un figlio, dovevamo prenotare le vacanze.

Dormi amore perché la nostra vita resta qui, insieme alle navi che si schiantano sul porto di Genova, a chi ha sparato nella piazza di Roma, al balcone di Napoli che è caduto addosso alle persone, al governo che mi spaventa perché ho paura che non ce la farà nemmeno stavolta. La nostra vita resta qui e non riusciamo ad andarcene.

Dormi amore. Domani mattina andiamo al lavoro insieme così usiamo una macchina sola e ascoltiamo la radio. Magari non facciamo la solita strada così non vediamo il negozio chiuso, che anche se è passato già un po' di tempo fa sempre tristezza ripensarci. Se mi ricordo prendo il disco così alziamo il volume. Poi domani sera andiamo a mangiare dagli altri e facciamo casino, e tutto sembra tornare a come dovrebbe essere.

Dormi, adesso, amore mio.
Ti amo infinitamente.



*le canzoni citate in apertura del testo sono "Ufficialmente dispersi" di Loredana Bertè e "Piangi Roma" dei Baustelle con Valeria Golino.