giovedì 23 febbraio 2012

BROMAZEPAM. Un posto dove andare (quinta parte)

Scusa cara, una domanda. (Davide)

Dì. (Fabiana)

Ma tu, chi cazzo sei? (Davide)

‘Sto cafoooone! A ‘pocondriaco! A morti de culo! Fateve fa na grazia da quarche santo che s ‘nnate avanti così finite tutti sotto tera che manco ve n’accorgete! (Fabiana)

Senti, regina della rosticceria, dedicati gentilmente a rompere i coglioni a qualcun altro. (Davide)

Ma vaffanculo, va! (Fabiana)

Davide lasciala stare, non serve … che ore si sono fatte? (Ferdinando)

Sei meno un quarto. (Emanuele)

Certo che da fuori dobbiamo fare proprio un’impressione schifa, con tutti ‘sti discorsi … (Rosa)

Sopravviveremo. (Davide)

Senso. (Emanuele)

Cosa? (Ferdinando)

Abbiamo paura di non trovare in tempo un senso alle cose che facciamo. È per questo che abbiamo paura di morire. (Emanuele)

Mh. (Davide)

Abbiamo bisogno di trovare un senso per non pensare di aver perso il nostro tempo. (Emanuele)

Pure io a volte ci penso, a ‘sta cosa del senso … magari è vera … com’è vero che vorrei più leggerezza, certi giorni vorrei proprio essere scema. (Rosa)

Anche io. Non pensare, stare dentro alle cose che stai facendo e basta. (Ferdinando)

Forse invece ci serve un posto dove andare. La ricerca, lunga progettualità, quelle cose lì. (Davide)

Un obiettivo. (Rosa)

Un obiettivo. Qualche cosa più grande di noi, a cui dedicare tutti i nostri pensieri. Un’ambizione, ma dev’essere grandissima. Se è irrealizzabile, meglio ancora. (Davide)

Perché ci distrae. (Ferdinando)

Ci distrae, ci tiene impegnata la mente, è un modo per dedicare i nostri pensieri ad una finalità costruttiva.(Davide)

Se abbiamo paura di morire forse è anche perché abbiamo paura del dolore, della sofferenza. Il corpo che non è più lo stesso, cambia, si trasforma in peggio. (Emanuele)

Io credo che siamo anche ossessionati dal timore di perdere quello che abbiamo. Magari in modo inconsapevole, ma secondo me è anche questo. (Davide)

Siamo già così stanchi, abbiamo solo trent’anni. (Ferdinando)

Sì, è vero. Non sempre, però. Mi succede che certi giorni mi sento al posto giusto, mi sento sana. Invincibile. Come se stesse andando tutto bene, senza una piega, alla perfezione. Ragà, ma voi tornate a casa tutti stasera? (Rosa)