martedì 11 ottobre 2011

BROMAZEPAM. Un posto dove andare (seconda parte)

Ferdinando consulta un paio di volte il BlackBerry senza scopo reale, tanto per dare un senso al silenzio improvviso. L’uomo di fronte a lui non c’è più, ma prima di andarsene l’ha guardato un attimo più del normale ed impercettibilmente ha sorriso. Io ho paura delle malattie sessualmente trasmissibili.
Tumori. (Rosa)
Patologie cardiache. (Davide)
Neurodegenerative. (Emanuele)
Il momento peggiore è la mattina, quando mi alzo dal letto. Arrivo al bagno, mi sento proprio male, penso “mò svengo e sbatto contro al lavandino”, in quel momento una persona sana non può stare come sto io. (Rosa)
Ma perché, come stai al mattino? (Davide)
Sto gonfia, mi fa male la testa, sto debole, non mi reggo in piedi. Mi convinco che questo malessere deve voler dire per forza qualcosa. Di tragico, ovviamente.
Io una volta stavo a letto con una persona e mentre ci baciavamo facevo finta di accarezzarle il collo per sentire se aveva i linfonodi gonfi. (Ferdinando)
Molte sere, prima di andare a dormire mi prendo i battiti del cuore per sentire se sono regolari, dicono che di notte si muore più facilmente. (Davide)
Le parole. Sono le parole che mi fanno andare fuori di testa. Magari sono in autostrada che sto tornando da Viareggio, no?, penso a delle cose da dire, o sono al telefono, non mi vengono le parole! Mi dimentico i tempi verbali, uso quelli sbagliati, mi impappino, alla fine non dico più niente e guardo la strada, e son convinto che la malattia ormai sia arrivata, che non ci sia già più niente da fare. (Emanuele)
Li hai mai avuti gli attacchi di panico? (Ferdinando)
Per un anno, almeno due crisi al giorno. (Emanuele)
Io non riuscivo ad andare più in autostrada. Non ho preso la Torino – Venezia per un po’, stavo male sempre allo stesso punto. (Ferdinando)
Che ti sentivi? (Rosa)
Pensavo “adesso mi schianto, adesso mi butto contro il muro e mi schianto”, iniziavo a sudare, tremavo, dovevo fermarmi all’autogrill e scendere dalla macchina. (Ferdinando)
Bromazepam? Tavor? (Davide)
Il medico ci ha provato. Avevo 19 anni, mi sono rifiutato. (Ferdinando)
Per un po’ io ho preso il Lexotan, poi ho smesso e sono andato da uno specialista. Come hai fatto senza farmaci? (Emanuele)
Fiori di Bach. Volevo provarle tutte, prima dei farmaci e della psicoterapia. (Ferdinando)
Perché? (Emanuele)
… ho sempre avuto la convinzione che arrendersi ai medicinali e allo psicologo volesse dire arrendersi all’idea di essere malato veramente. (Ferdinando)
Che cazzata. (Davide)
Tu invece come hai risolto i tuoi problemi di cuore? (Ferdinando)
Mica li ho risolti, ancora. (Davide)
Appunto. (Ferdinando)
Anche mia madre dice sempre che chi va dallo psicologo è pazzo. Il mese scorso mi sono scoperta una cosa, una massa dura sul fianco. Sono pure stata dal medico. (Rosa)
Che ti ha detto? (Ferdinando)
Era una costola fluttuante. Poi mi ha detto: “Signorina, si deve rassegnare a vivere una vita lunga e sana.” (Rosa)
Minchia! (Davide)
Te l’ha tirata! (Emanuele)
Infatti due settimane dopo ho sentito un’ascella più gonfia dell’altra. Però me la sono tenuta così, se ci andavo di nuovo non lo so, quello, che mi diceva! (Rosa)