venerdì 18 febbraio 2011

Passaggi al Centro/8

Per la cronaca, i fiori di zucca fritti del supermercato sotto casa facevano schifo.

Ho incontrato un personaggio che da solo potrebbe bastare per raccontare una storia. E' il ragazzo che lavora qui alla pensione in cui mi trovo stasera. Una specie di schiavo tuttofare. Lo vedi a quasi tutte le ore, praticamente dal mattino presto (la colazione è servita dale 8 alle 9.30 e la prepara lui) alla sera tardi (ieri sono passato dal mio bagno privato - a dieci passi di corridoio dalla mia stanza - e l'ho intravisto. Era mezzanotte e quaranta. Mi è simpatico, come anche il padrone della baracca. Però mi è venuta in mente una storia di immigrazione "quasi alla pari", mi sono immaginato questo ragazzo che per fare un lavoro rispettabile accetta di passare dodici/quattordici ore al giorno dentro questo appartamento adibito a struttura semialberghiera. Verrebbe da chiedersi quanto ci sia di vero e quanto di immaginato, frainteso, condizionato dal pregiudizio. Verrebbe da chiedersi quanta autonomia e tempo libero abbia questo ragazzo. Di origine orientale, direi dai tratti. Si presterebbe benissimo ad una di quelle parodie sulla forza lavoro sottosviluppata. Rosalia Porcaro e il suo "donatore di lavoro", Marco Marzocca e Ariel, "Fatto tutto signò!".
Il dettaglio che stavo cercando di mettere a fuoco in tutto questo ritratto è che questo ragazzo mi è sembrato tranquillo. Non so se contento, ma comunque sereno. Forse ci voglio trovare dentro della rassegnazione. Ma no, non è detto che ci sia dentro qualche stato d'animo estremamente negativo. Magari è tranquillo ed accetta con serena rassegnazione questo lavoro e questa vita perchè non ne conosce altre. Mi rendo conto che, a leggerla, questa storia sembra terribile. Forse non lo è. Forse lo schiavo se la smezza col vecchio, o forse è il suo giovane amante (santo cielo che orrore) e gli fa giusto il piacere di smazzarsi le camere, stirare le lenzuola e preparare le colazioni.
Ma solo finché non gli passa la voglia, sia chiaro.