giovedì 28 aprile 2011

Nessuna notizia da Roma (seconda parte)

E' che di onestà intellettuale proprio non si può parlare.
Le parole non corrispondono alle intenzioni, i comportamenti non corrispondono alle intenzioni, le stesse intenzioni non corrispondono a sé. Perché tutto può cambiare, le possibilità di scelta coincidono con la mancanza di assunzione di responsabilità e allora, nell'arco di tre giorni, l'attrazione diventa passione per poi svanire nel disinteresse. Dal quale ci si svincola ovviamente sparendo, senza una parola, un segno di attenzione, cura, niente. E' questo che ci mortifica e ci amareggia, essere dimenticati all'autogrill con tuti i bagagli che avevamo, pieni di buoni propositi, affetto, intenzioni, aspettative.
Sembra che ci sia proprio una distanza profonda tra ciò che succede a noi ed al resto del mondo. Quando dico noi intendo me e qualche altro fratello o sorella che ho incontrato qua e là negli anni, nelle curve più imprevedibili del tempo, negli incastri inaspettati del destino o semplicemente alla scuola elementare. Siamo una banda di scappati di casa che vive in affitto e condivide pizza fatta in casa, birra, sigarette, confidenze e risate sguaiate finoltre il cuore della notte.
Ad alcuni di noi capita anche di condividere l'appartamento.

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